Una spiegazione per tutto

Gábor Reisz

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Venezia 80 - Miglior Film della sezione Orizzonti

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Budapest, oggi. Abel prepara il suo esame di maturità schiacciato tra le aspettative della famiglia e l'amore non confessato per la sua amica Janka. Quando l'esame va storto, la bocciatura del ragazzo diventa la scintilla che incendia lo scontro tra suo padre, convinto conservatore, e il suo professore di storia, progressista. Finché l'accaduto non diventa scandalo mediatico e il conflitto si sposta su un piano ancora più ampio...
DATI TECNICI
Regia
Gábor Reisz
Interpreti
Gáspár Adonyi-Walsh, István Znamenák, András Rusznák, Rebeka Hatházi, Eliza Sodró, Lilla Kizlinger, Krisztina Urbanovits
Durata
151 min.
Genere
Drammatico
Sceneggiatura
Gábor Reisz, Éva Schulze
Fotografia
Kristóf Becsey
Montaggio
Vanda Gorácz, Gábor Reisz
Musiche
Kálmán András, Gábor Reisz
Distribuzione
Arthouse di I Wonder Pictures
Nazionalità
Ungheria, Slovacchia
Anno
2024
Attività

Presentazione e critica

Budapest, estate. Abel, 18 anni, deve sostenere l’esame di diploma. È innamorato di Janka, la sua migliore amica, ma la ragazza invece ha perso la testa per Jakab, il suo professore di storia, e glielo confessa apertamente malgrado i 19 anni di differenza. L’uomo però non si fa sedurre dalla studentessa; è felicemente sposato e padre di famiglia. Inoltre sogna un paese migliore di quello governato dal premier Viktor Orbán e, proprio per questo in passato ha avuto una discussione con il padre di Abel, di idee conservatrici. Il giorno dell’esame di storia, a differenza di Janka, Abel è bloccato e non riesce a dire nulla sugli argomenti scelti che riguardano “La rivoluzione industriale nell’era moderna” e Giulio Cesare. Jakab poi nota che il ragazzo porta una spilla con i colori della bandiera dell’Ungheria che è un simbolo nazionalista e glielo fa notare. Abel, per giustificarsi dell’esito dell’esame, racconta la storia al padre e la notizia arriva a una reporter del sito “Hungarian Days”. Da qui scoppia uno scandalo.

Dal lunedì al martedì successivo. Nove giorni di un’estate ungherese vista attraverso la prospettiva di quattro personaggi diversi: uno studente Abel, il padre nazionalista del ragazzo, il professore idealista anti-Orbàn e la giovane reporter a caccia di scoop. Explanation for Everything è uno spaccato profondo dell’Ungheria di oggi ed è capace di raccontare le contraddizioni del proprio paese attraverso i diversi personaggi. Ci sono degli affascinanti residui post-Nouvelle Vague proprio nella struttura temporale del film dove l’intreccio tra arte, politica e sentimenti potrebbero far pensare al cinema di Arnaud Desplechin che si liberano nell’ottimo finale, nella dichiarazione d’amore di Janka, nella scena della corsa in bici di Abel di notte nelle strade deserte di Budapest o il tentativo del bacio del ragazzo a Janka che invece lo abbraccia soltanto. Da qui arriva una parte dalla forte intensità emotiva che attraversa tutti i 150 minuti di Explanation for Everything, con un cinema d’immediato impatto che cattura tensioni, paure, scatti di rabbia, desideri attraverso primi piani che prima presentano e poi scoprono gradualmente i caratteri dei diversi personaggi.

Il dettaglio centrale del film, la spilla nazionalista indossata da Abel, sottolinea un preciso e geometrico lavoro di scrittura (il film è scritto dallo stesso regista Ga´bor Reisz assieme ad E´va Schulze) dove lo stesso episodio è visto da diversi punti di vista contrastanti come nel cinema di Farhadi. Dall’episodio dell’esame di storia di Abel c’è un prima e un dopo che cambia le vite dei personaggi proprio come nella scena dello scontro tra Nader e la giovane donna che si doveva occupare del padre in Una separazione. Da quel momento il film ha una tensione crescente e mostra come un singolo episodio nascosto dentro le mura di una scuola può trasformarsi in uno scandalo nazionale.

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