Thaddeus O'Sullivan
DATI TECNICI
Regia
Interpreti
Durata
Genere
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Musiche
Distribuzione
Nazionalità
Anno
Presentazione e critica
The miracle club si inserisce in quel filone di lungometraggi leggeri e nostalgici sull’amicizia femminile sullo stampo di Steel Magnolias (1989), attingendo anche alla tradizione britannica di storie intorno all’anzianità e la riflessione sulla vita come Philomena (2013).
Malgrado il tono spensierato il film affronta temi come la famiglia, la vecchiaia, il lutto, la fede e soprattutto la morte che li racchiude un po’ tutti. Il fantasma del figlio morto giovanissimo tormenta ancora la dolce Lily; la morte stessa di Maureen e la paura di invecchiare e morire delle due donne anziane, intrappolate in dei ruoli casalinghi a volte troppo stretti, sono solo alcuni degli argomenti che emergono con forza da un film che, di base, mostra le difficoltà psicologiche e fisiche dell’età che avanza.Il viaggio a Lourdes, infatti, è solo un espediente. La fede è l’elemento propulsore di qualcosa di più grande quando Lily e Eileen prendono il coraggio, insieme, di fare per una volta qualcosa esclusivamente per loro stesse cioè viaggiare lasciando i mariti increduli e costretti a cavarsela da soli.
Il viaggio in Francia funge come allontanamento dalla quotidianità anche oppressiva, carica di paure e di fantasmi e diventa l’occasione per esplorare non tanto il mondo, ma quanto se stesse, affrontando fianco a fianco i propri mostri e liberandosi di ogni sovrastruttura.(…)
Siamo nel 1967. In un sobborgo di Dublino ci si prepara per il grande concorso canoro promosso dalla parrocchia locale il cui primo premio è, niente meno, che un viaggio a Lourdes, il sacro luogo dell’apparizione della Madonna alla giovane pastorella Bernadette. Luogo di miracoli veri o presunti, Lourdes è la meta ambita dalle protagoniste di The Miracle Club di Thaddeus O’Sullivan, che in Italia sarà in sala a partire dal 4 gennaio prossimo distribuito da Europictures.Ciascuna di loro desidera compiere il viaggio per due motivi sostanziali. Il primo, per concedersi una vacanza lontano dalla famiglia e dalla routine della vita quotidiana; il secondo, per bagnarsi nelle acque benedette del santuario sperando, ognuna di loro, in un miracolo. Lily, la più anziana, ha un problema a una gamba ma il suo desiderio di recarsi a Lourdes è mosso, soprattutto, dal desiderio di superare il dolore causato dalla perdita del figlio. Eileen ha da poco scoperto un nodulo a un seno. Dolly, la più giovane delle tre, spera che un miracolo possa dare la parola al figlio di sette anni Daniel, che non riesce – o non vuole – parlare. Alle tre amiche, al momento della partenza del pullman che le porterà in Francia accompagnate da Padre Dermot si aggrega anche Chrissie emigrata da tempo negli Stati Uniti e tornata in Irlanda per il funerale della madre. Una donna che ha lasciato il paese a causa di motivi mai ben chiariti e che è mal tollerata dalle tre amiche. Così, nella speranza di poter ottenere il personale miracolo, fra un bagno e l’altro nelle vasche di acqua gelata, le quattro protagoniste svelano i vecchi rancori, chiarendo un passato con molte ombre e rinsaldando i rispettivi legami. Giungendo alla consapevolezza che, come afferma Padre Dermot, a Lourdes non si va per cercare un miracolo ma, piuttosto, per trovare la forza di andare avanti, quando i miracoli non ci sono. (…)
The Miracle Club affronta il tema religioso del pellegrinaggio senza troppi moralismi ma anche senza battute spicciole. Immerge letteralmente protagonisti e spettatori nel luogo sacro di Lourdes ma in realtà ce lo mostra con un distacco privo di giudizi che permette di riflettere sull’approccio di tante persone a questo tipo di realtà. Certo non mancano la delusione alla scoperta delle speculazioni varie – il commercio e la tradizione quotidiana dei “falsi allarmi” – o la rabbia nel chiedersi “Perché io non merito un miracolo?“. Ma uno spettatore che non affronterebbe mai un pellegrinaggio, si ritrova quasi disarmato di fronte alla fede di queste tre donne disperate, al candore della loro speranza e del mito di una sorta di luogo incantato in cui avvengono miracoli per le persone buone.
Per rendere l’idea ci affidiamo alla delicatezza con cui il personaggio di Maggie Smith afferma: “Siate forti davanti a quello che vedete, siamo di fronte al dolore del mondo“. Nonostante tratti temi profondi come il suicidio, le pratiche di aborto prima del 1970, il lutto, la malattia, la rabbia e la paura, The Miracle Club resta una piacevole commedia che fa riflettere, di quelle da guardare in una serata da divano, tv e copertina. A strapparvi un sorriso ci penseranno le dolci scene d’amore tra Lily e il suo anziano marito o le gag matrimoniali tra Eileen che minaccia sempre di andarsene e non farsi trovare nello stesso letto una sera e suo marito che sorridendo le risponde “Promesse, solo promesse!“, O ancora gli uomini che imparano i trucchi per rientrare la spesa quotidiana ma non quelli per cucinare uno stufato senza bruciarlo o attaccare il pannolino della piccola Rosie senza provocare disastri. Per non parlare delle frecciatine continue sulla Francia da parte dei protagonisti irlandesi.
The Miracle Club è una storia di riconciliazione. Con se stessi, con le persone più amate, con la propria fede e con le improvvise deviazioni della vita. Perché in fondo sappiamo tutti che: “Non si viene a Lourdes per i miracoli, Eileen, ma per avere forza quando non c’è nessun miracolo“.