Persona non grata

Antonin Svoboda

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Quando il marito muore improvvisamente, l'ex sciatrice Andrea (58 anni) viene coinvolta in un dramma completamente diverso: il vicino di casa approfitta della sua vulnerabilità e la aggredisce. La polizia la scoraggia dal denunciare l'accaduto e la situazione le ricorda ciò che accadde in passato quando da adolescente fu abusata allo sci club, ma anche all'epoca la potente Associazione sciistica austriaca avrebbe coperto il colpevole in caso di denuncia. Nel frattempo, però, il movimento #MeToo ha raggiunto anche l'Austria, le denunce di violenza sessuale nello sport sono in aumento e quando l'Associazione sciistica non vuole saperne di istituire un ufficio di ascolto per le vittime di abusi, Andrea rende pubblica la sua storia. In seguito, una valanga di accuse la investe. Anche i suoi genitori e la figlia incinta Sara (22 anni) reagiscono inizialmente con incomprensione. Tuttavia, si levano anche voci in suo sostegno e Sara lentamente capisce: ciò per cui sua madre si batte è una causa molto più grande. Una storia che parla di libertà, basata su eventi veri ispirati dalla vita dell’ex sciatrice della nazionale austriaca Nicola Werdenigg. Un film su una donna straordinaria.
DATI TECNICI
Regia
Antonin Svoboda
Durata
92 min.
Genere
Drammatico
Sceneggiatura
Antonin Svoboda
Fotografia
Mario Minichmayr
Montaggio
Oliver Neumann
Distribuzione
Albolina Film
Nazionalità
Austria
Anno
2024

Presentazione e critica

Figlia di sciatori professionisti, Andrea è una ex campionessa dello sci che ha interrotto a soli 22 anni una carriera sportiva più che promettente. Oggi è una donna adulta, ha una figlia, un grande appartamento e soffre di un costante dolore ai piedi. Per sedarlo, è solita sottoporsi a frequenti pediluvi in acqua ghiacciata: un rituale che mette in atto anche dopo il funerale del marito, morto improvvisamente per un malore inaspettato. Quest’evento, unito alla visita molesta di un vicino male intenzionato, innescano in Andrea il ricordo dei traumi del passato, una sofferenza nascosta a lungo nel silenzio. Ma ora non è più tempo di tacere, è arrivato il momento di dire la verità sulla federazione sciistica di cui ha fatto parte in gioventù.

Basato sulla vera storia dell’ex campionessa dello sci Nicola Spieß Werdenigg, il film di Antonin Svoboda racconta il coraggio e la rinascita della donna che ha dato il via al #MeToo austriaco, schierandosi contro un sistema sportivo di omertà e abusi.

Claustrofobico e inquietante, Persona non grata è un film che richiede pazienza, lasciandosi decifrare lentamente. Con il passare dei minuti comprendiamo le sfumature dell’atmosfera straniante in cui si muove l’enigmatica protagonista, che fin dall’inizio sembra assorta in pensieri che la portano in un altrove spaventoso e misterioso. Se in un primo momento siamo portati a pensare che lo smarrimento di Andrea sia legato alla morte del marito, con cui temiamo possa aver trascorso anni bui intrappolata in un matrimonio tossico e infelice, scopriamo in seguito che la storia ci sta conducendo in un’altra direzione. Il ritmo lento della narrazione segue il graduale disvelamento dei motivi che si nascondono dietro allo strano comportamento della protagonista, alla sua ossessione per i pediluvi ghiacciati e alla sua apparente incapacità di reagire a ciò che le accade intorno. Motivi legati agli eventi che l’hanno condotta alla concitata intervista televisiva con cui si apre il film, durante la quale appare molto più risoluta e sicura di sé. Interpretata da Gerti Drassl, Andrea è infatti un personaggio complesso, difficile da decodificare: a prima vista timida e impaurita, sa dimostrarsi coraggiosa e determinata; apparentemente bloccata dalle sue paure, riesce a schierarsi pubblicamente contro un ente conosciuto e rispettato internazionalmente. Con il progredire della storia capiamo infatti che i terribili abusi subiti in gioventù hanno reso Andrea fragile per molto tempo, ma non hanno annientato la sua forza. Dopo la morte del marito trova infatti il coraggio di reagire, di far sapere al mondo le ingiustizie causate da un sistema sportivo pervaso dai soprusi.

 

Punto di forza del film la costruzione di un’atmosfera misteriosa e intrigante, coadiuvata dalle buone interpretazioni del cast e da inquadrature simmetriche e opprimenti, specchio del dolore psicologico della protagonista. Ulteriore elemento di interesse della narrazione la rappresentazione non edulcorata del mondo dello sci, mai mostrato direttamente ma sempre evocato attraverso immagini di repertorio, quadri, fotografie, ricordi del passato. Persino l’hotel di lusso per sciatori in cui lavora Sara, la figlia della protagonista, più che un luogo confortevole in cui trascorrere le vacanze invernali appare freddo e inospitale.

Unica fonte di calore in un contesto arido e angoscioso il rapporto tra una madre e una figlia pronte a riavvicinarsi dopo una vita di incomprensioni: in seguito al disvelamento degli abusi subiti da Andrea, la sua relazione con Sara si intensifica, fortificata dalla condivisione di una sofferenza presente, ma a lungo nascosta.

 

 

Mymovies

Basato su eventi realmente accaduti all’ex sciatrice della nazionale austriaca Nicola Spieß Werdenigg, Persona non grata denuncia gli abusi sessuali e di potere in ambito sportivo. Alla morte del marito, l’ex sciatrice Andrea patisce un durissimo colpo. La sua intera esistenza sembra fermarsi improvvisamente. Intorno a lei, amici e familiari sono invece ancorati ai ricordi del passato, a quando lei era una sciatrice di successo. Già privata emotivamente per l’improvvisa perdita, Andrea subisce anche le molestie di un vicino di casa che, con il pretesto di consolarla, si approfitta di lei. La donna viene poi chiamata a dire la sua sul caso di un allenatore di pallavolo violento. Lo scandalo le riporta alla mente eventi traumatici dal passato che ha preferito mettere in un angolo. Ma adesso Andrea, dopo l’aggressione subita, è stanca di tacere.

Quando nel 2017 è esploso il movimento femminista #MeToo, volto a denunciare le molestie e le violenze sessuali subite dalle donne (e in alcuni casi anche da uomini), il mondo ha aperto gli occhi per la prima volta su qualcosa di cui finora non si era mai parlato. O meglio, le cose si sapevano, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare. In quel periodo, il movimento era attivo negli Stati Uniti, mentre dall’altra parte del mondo iniziava a svegliarsi. L’ex campionessa di discesa libera Nicola Spieß Werdenigg ha raccontato al quotidiano austriaco Der Standard di aver subito abusi di potere e violenza sessuale nell’ambito dello sci alpino. L’ex sciatrice è stata spinta a denunciare dopo aver letto un articolo di un allenatore di pallavolo violento.

Il regista austriaco Antonin Svoboda porta al cinema la sua storia in Persona non grata, e si affida a Gerti Drassl nel ruolo della protagonista. Proprio come fece la Werdenigg a suo tempo, anche Andrea ricostruisce l’esperienza sportiva partendo dal (terribile) periodo al college, dove lei e le sue coetanee (allora adolescenti) vivevano in ambiente sessualizzato al massimo, alimentato da un direttore pedofilo che si approfittava di loro. Andrea non tralascia nulla, raccontando anche lo stupro subito da un compagno, mentre l’altro filmava tutto. Un episodio orrendo avvenuto dopo una gara di Coppa del Mondo. La Persona non grata del titolo è ovviamente Andrea: la donna, con grande coraggio e determinazione (sebbene circondata da mille dubbi), decide di denunciare gli abusi e le violenze subite, pur consapevole di mettersi contro un sistema più grande di lei. Si affida al giornale Der Standard, raccontando la sua terrificante esperienza a un giornalista e una reporter. A differenza di film come She Said – Anche io, dove le vittime di Harvey Weinstein ricordavano le molestie subite, alternando le parole a immagine evocative, il regista Svoboda si affida alla bravura espressiva di Gertu Drassl. La telecamera la inquadra vivamente mentre racconta con strazio e lacrime le sue esperienze nello sci alpino, rivelando per la prima volta il lato oscuro dello sport. Ci sono solo le sue parole ad occupare la scena: il risultato è un racconto di una crudeltà spiazzante, con l’attrice riesce a coinvolgerci con la sua interpretazione, trascinandoci in quel tunnel di terrore che la sua protagonista ha vissuto.Alla storia di Andrea si alterna parallelamente quella di sua figlia, che scopre di essere incinta dopo l’avventura romantica con un turista inglese. Il coraggio della donna è di grande ispirazione per la giovane, i cui rapporti si erano raffreddati dopo la morte del padre. “Il sistema deve cambiare”, “Il sistema va cambiato”, afferma Andrea in due momenti distinti del film. Solo nel 2021 è avvenuta una vera rivoluzione con il Consiglio Nazionale che ha deciso di istituire un centro per le vittime di abusi di poteri e volenza sessuale nel campo dell’arte, della cultura e dello sport. C’è ancora molto da fare in questo senso, ma il contributo della vera Nicola Spieß Werdenigg, che ha reso pubblica la sua storia, è stato un grosso passo in avanti per le donne nello sport.

Persona non grata racconta un’altra storia di #MeToo orientandosi in ambito sportivo. Basandosi su una storia vera, il film svela il lato oscuro dello sci alpino, e lo fa con schiattezza disarmante. Il regista si affida all’attrice Gerti Drassl per esplorare questo campo, attraverso la storia di un’ex sciatrice olimpionica che denuncia gli abusi di potere e la violenza sessuale subita quando era solo un’adolescente da parte di compagni e dal direttore di sci. Un sistema che “va cambiato”, ripete la protagonista con assoluta fermezza. Niente effetti speciali o immagini evocative: la storia è narrata in prima persona dalla protagonista con una crudeltà spiazzante per rendere ancora più partecipe lo spettatore.

 

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