Fabrizio Moro, Alessio De Leonardis
DATI TECNICI
Regia
Interpreti
Durata
Genere
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Musiche
Distribuzione
Nazionalità
Anno
Attività
Presentazione e critica
Non viviamo in un presente semplice, è innegabile. Non è semplice vivere nella nostra contemporaneità, né lavorare, né persino essere padri, un qualcosa che dovrebbe essere naturale e spontaneo. Non lo è soprattutto quando ci si trova a doversi barcamenare con impegni e giorni prestabiliti in cui potersi dedicare ai propri figli, come vedremo in questa recensione di Martedì e venerdì, il film firmato da Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis, che ci racconta di un padre – un emozionante Edoardo Pesce – che queste difficoltà si trova ad affrontarle tutte insieme in seguito a un matrimonio finito male che lo costringe a immergersi in una nuova realtà, a fare i conti con una nuova dimensione umana, arrivando a essere sopraffatto da essa. Parliamo di Marino, meccanico di professione, appena separato dalla moglie Simona e costretto, secondo gli accordi definiti insieme agli avvocati, a vedere sua figlia soltanto due giorni a settimana, il Martedì e Venerdì del titolo del film. Un cambio drastico nella sua vita, che si va ad aggiungere a difficoltà che hanno radici più profonde: una cartella esattoriale per tasse non pagate lo costringe a chiudere la propria officina e cercare alternative professionali non così semplici da trovare, al punto da portarlo sulla strada dell’illegalità e l’unirsi alla banda di un amico criminale che inizia ad aiutare nel rapinare piccoli supermercati, sfruttando la sua abilità con le moto per gestire la fuga dopo i furti. Inizia così a condurre una doppia vita difficile da tenere in piedi a lungo senza rovinare i rapporti con la ex moglie e la figlia. Da un passato familiare a un presente che l’obbliga a concentrarsi solo su due giornate, il Marino di Edoardo Pesce si trova a vivere un presente frammentato, incerto, sconvolto. E lo sguardo dell’attore sostiene la sua situazione di vita e questo cambiamento con profonda emozione. È molto buono il lavoro di Pesce sul personaggio e l’attore trasmette la sua sofferta incertezza con la dovuta intensità, incarnando il cammino che si trova ad affrontare catturando l’emozione del pubblico, generando empatia nei confronti del padre che porta sullo schermo, nelle cui vicissitudini di vita tanti spettatori possono riconoscersi. Edoardo Pesce non è solo bravo a trasmettere l’angoscia di una situazione precaria, ma anche l’affetto per la figlia Claudia. Allo stesso modo è in parte la sua co-protagonista Rosa Diletta Rossi, ex moglie che cerca di trovare una propria strada senza tagliare i ponti con il padre di cui la figlia ha bisogno, ma attenta a gestirne la deriva. situazione la vive.
La storia di Martedì e Venerdì (non è casuale il rimando al Giovedì di Dino Risi, che raccontava della uscita settimanale di un padre separato e fallito col figlio), è quella di Marino (Edoardo Pesce), un uomo come tanti, mai veramente cresciuto, reduce da una fresca separazione dalla moglie Simona (Rosa Diletta Rossi), esasperata dalla sua inaffidabilità, anche se tra di loro l’affetto non è mai venuto meno. Legalmente, Marino, che ha un’officina meccanica per riparare le moto e dorme sul divano in casa del fratello, ha diritto di stare con la figlia Claudia (la piccola ed eccellente Aurora Menenti) due giorni a settimana, e deve ovviamente corrispondere alla ex moglie le spese di mantenimento della bambina. Ma quando gli arriva una stratosferica cartella di Equitalia, Marino si trova di fronte a una scelta drammatica: rinunciare alla figlia o tentare a tutti i costi di mantenere il rapporto con lei, anche facendo la cosa sbagliata.
Nel loro secondo film, Moro e De Leonardis scelgono di raccontare il punto di vista dei padri separati, che in molti casi si trovano anche senza lavoro e non sanno come fare per non perdere l’affetto dei figli. Ma in senso più esteso raccontano di una società che ti mette con le spalle al muro, dove un imprevisto, un licenziamento o altro, può costringerti a fare scelte che, come nel caso di Marino, che fondamentalmente è un buono, possono avere conseguenze pesanti. Il ruolo protagonista è stato scritto proprio per Edoardo Pesce, alle prese con un nuovo ruolo di padre (dopo Notte fantasma) che ha amato molto un ruolo che gli consente di dimostrare per l’ennesima volta che attore duttile e sensibile sia (a parer nostro, uno dei migliori che abbiamo in Italia). Accanto a lui e a Rosa Diletta Rossi segnaliamo la bravura di Giorgio Caputi nel ruolo di “Cioccolatino” e Josafat Vagni in quello di “Capoccione”. Nel cast ci sono anche Davide Argenti, Adamo Dionisi, Pier Giorgio Bellocchio e Mirko Frezza, tutti diretti molti bene e molto credibili nelle loro caratterizzazioni. Martedì e venerdì è anche un film sul tempo, che non abbiamo, che perdiamo, che scorre mentre aspettiamo la nostra seconda possibilità, ma è anche, innanzitutto, una storia d’amore.