Il piacere è tutto mio

Sophie Hyde

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Nancy Stokes, un'insegnante in pensione, vedova, ha alle spalle un matrimonio solido e rigoroso a cui però è sempre mancato un po' di brivido. Ormai sola, Nancy decide di cercare quello che nella vita di coppia non ha mai trovato: una soddisfacente esperienza sessuale. Si rivolge così a un'agenzia di gigolò e sceglie di incontrare Leo Grande, un uomo in grado di realizzare le sue fantasie.
DATI TECNICI
Regia
Sophie Hyde
Interpreti
Emma Thompson, Daryl McCormack, Isabella Laughland
Durata
97 min.
Genere
Commedia
Sceneggiatura
Katy Brand
Fotografia
Bryan Mason
Montaggio
Bryan Mason
Musiche
Stephen Rennicks
Distribuzione
BIM Distribuzione
Nazionalità
Gran Bretagna
Anno
2022
Classificazione
6+
Attività

Presentazione e critica

Cosa spinge una donna che ha superato i 50, o anche i 60, a rivolgersi a un gigolo? La solitudine? La voglia di essere nuovamente desiderata da un uomo? L’orgoglio di essere vista, magari al ristorante o in un night, al fianco di un bel giovanotto? Il desiderio di un’esperienza sessuale appagante? Ogni caso è a sé, certo, ma la risposta, forse, potrebbe essere: tutte queste cose insieme.
Nel caso della professoressa in pensione Nancy Stokes, che ha insegnato Educazione Religiosa e ha perso il consorte da due anni, il motore è la voglia di rimediare a un matrimonio solido e rigoroso ma decisamente freddino. E siccome le donne, al giorno d’oggi, sono più attente, rispetto a una volta, ai loro bisogni e più in ascolto del loro corpo, assoldare chi per mestiere dà piacere è la soluzione perfetta, anche perché il gigolo, per sua stessa natura, non giudica e soprattutto è attento all’altro, o meglio all’altra. (…)
(…) La sceneggiatura de IL PIACERE È TUTTO MIO è stata scritta con l’idea che a interpretare Nancy sarebbe stata Emma Thompson. L’autrice del copione, Kathy Brand, è partita dall’immagine di una donna di 60 anni che, in una stanza d’albergo, attende un sex worker che ha ingaggiato per fare sesso. Ora, siccome Sophie Hyde è una regista che ama lavorare con il desiderio, soffermandosi, tra le altre cose, sul modo in cui cerchiamo di respingerlo, il soggetto e la sceneggiatura sono diventati realtà. E in questa realtà era importante che la protagonista femminile arrivasse a negare una cultura che insegna a vergognarsi della propria fisicità per liberarsi dal giudizio altrui e percepire il proprio corpo come qualcosa di normale, anzi di neutrale. Per esprimere questo rinnovato atteggiamento, era importante che la Thompson lasciasse emergere da un lato l’apertura mentale del personaggio, e dall’altro una grande vulnerabilità, sentimenti che solo un’attrice esperta poteva incarnare e rendere credibili. E difatti così è stato. Attraverso il personaggio di Nancy,
IL PIACERE È TUTTO MIO prende di petto coloro che sostengono che una relazione fra una donna giovane e un uomo molto più grande vada bene, mentre sia da biasimare una donna che si interessa a un uomo più giovane e che per questo viene vista come una cougar o una milf in cerca di un toy boy. (…)
“Nancy ha obbedito alle regole per tutta la vita” – ha spiegato Emma. “Potremmo descriverla come un pilastro della società. Si è comportata incredibilmente bene, ha avuto un lungo matrimonio di successo e due figli sani e di successo e una lunga carriera. Se non avesse seguito le regole, cosa avrebbe voluto per sé? (…) Oggi come ieri, nessuno si è mai interessato alle esigenze delle donne, in primis al piacere sessuale. Da persona che ha vissuto ed è cresciuta durante la rivoluzione sessuale, mi sono accorta che l’unico cambiamento è stato la maggiore facilità con cui gli uomini si prendevano ciò che volevano. Ecco la ragione per cui il personaggio di Nancy è interessante e necessario, anche perché, nell’epoca del post #MeToo, si parla più spesso e con cognizione di causa delle donne e il sesso, e del sesso consensuale in opposizione all’abuso”.
(…) IL PIACERE È TUTTO MIO, però, va oltre il desiderio femminile. Il film, che sul sito di recensioni rottentomatoes ha ricevuto il 97% di critiche positive, cerca di smontare la convinzione che, per sentirsi realizzata, la donna debba necessariamente essere madre. “Nancy” – ha detto ancora la Thompson – “confessa a Leo: ‘Non so, ma se mi avessero detto cosa avrebbe comportato l’essere madre, forse non lo sarei diventata’. È un’affermazione forte. La maggior parte delle volte, quando nei film ci sono donne come Nancy, si tratta di personaggi secondari che si comportano in maniera opposta rispetto alla protagonista, che invece fa qualcosa di virtuoso. Qui non succede, e Nancy appartiene a una tipologia femminile oggi largamente diffusa”.

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Pur essendo stata scritta per il grande schermo, la sceneggiatura firmata da Katy Brand sarebbe una perfetta pièce teatrale. 100 minuti di dialoghi serrati, intimità e confessioni racchiusi in poche lunghe sequenze in un unico ambiente con solo due personaggi. Cinema da camera (d’albergo) dove avviene l’incontro tra la matura Nancy e il professionista del sesso Leo Grande. Il rischio monotonia presente sulla carta viene spazzato via dalle straordinarie performance di Emma Thompson, che butta il cuore oltre l’ostacolo accettando un ruolo che richiede una buona dose di coraggio, e Daryl McCormack.
Impossibile trovare un momento di stanca nel confronto tra due attori capaci di infondere una straordinaria vita interiore ai loro personaggi, due sconosciuti che si scoprono a vicenda mettendosi reciprocamente a nudo in modo perfino inaspettato. Lo script di IL PIACERE È TUTTO MIO condensa una girandola di emozioni, sentimenti, cambi d’umore anche se di fatto poco o niente accade. Il mondo esterno viene escluso per scelta e l’attenzione massima è focalizzata sul processo di conoscenza di Nancy e del professionista del sesso da lei ingaggiato per aiutarla ad ampliare i propri orizzonti. A vivacizzare la situazione ci pensa, inoltre, la regia delicata e puntuale dell’australiana Sophie Hyde. Non stupisce che sia un team femminile a firmare un film come questo che, in fin dei conti, aderisce a un punto di vista femminile sul sesso pur sforzandosi di ascoltare la controparte rappresentata dall’ottimo Leo Grande.
Mostrare una donna della buona società inglese, una madre, moglie e insegnante che, dopo trent’anni di matrimonio solido, ma sessualmente insoddisfacente, ingaggia un professionista del sesso per provare ciò di cui finora è stata privata è già un bel tabù che viene infranto. Se poi si considera che il personaggio di Emma Thompson abbia con sé perfino una lista di posizioni da provare e di voci da smarcare, si comprende l’approccio esplorativo, del tutto svicolato da amore e sentimento. Inaccettabile, per alcuni. Di controcanto, interrogato dalla sua cliente, Leo Grande tesse un elogio del suo mestiere a cui si dedica con eccezionale professionalità, spiegando il suo approccio unico nei confronti delle sue clienti. Dialoghi da far tremare i polsi ai moralisti ci vengono proposti con un candore e un coinvolgimento da spingerci a credervi fino in fondo. In attesa del sesso, quello vero, la parola può essere sexy quanto un amplesso e il film ne è una dimostrazione.
Se IL PIACERE È TUTTO MIO rappresenta una sfida per Emma Thompson, che a 62 anni mette in mostra il proprio corpo diventando istantaneamente un modello di accettazione, la pellicola di Sophie Hyde è soprattutto la storia di un incontro e di un percorso di conoscenza di due estranei lontani per età, interessi, estrazione sociale ed esperienze sessuali. Due sconosciuti costretti a raccontare se stessi più di quanto avrebbero voluto per via della situazione in cui si trovano. La dolcezza con Daryl McCormack si accosta alla sua compagna e la naturale comicità di Emma Thompson donano la necessaria leggerezza a un’opera che altrimenti sarebbe risultata ben più difficile da digerire. Diretto, immediato, sincero, IL PIACERE È TUTTO MIO è un divertissement con un chiaro messaggio di fondo: mentire sul sesso è inutile perché è impossibile ingannare il proprio corpo. E allora, largo al piacere.

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