Catherine Breillat
DATI TECNICI
Regia
Interpreti
Genere
Sceneggiatura
Montaggio
Attività
Presentazione e critica
Il desiderio è l’impulso centrale che domina da sempre la carriera della regista francese Catherine Breillat. Nel suo cinema è elemento destabilizzatore, irrequietezza capace di sconvolgere le vite, mette a disagio, più che rappresentare la più nobile delle condivisione. Non si smentisce neanche ora, a 74 anni, quando torna a distanza di dieci anni dal suo lavoro precedente, Abus de faiblesse.
Meno esplicitamente carnale di altre volte, qui mantiene la dinamica di potere come centrale all’interno della relazione sessuale, tornando a indagarla con al centro protagonisti di generazioni diverse. Nel remake – molto libero – del danese Queen of Hearts, la regista ha trovato lo slancio e la voglia per tornare a dirigere un film, proprio quando sembrava non sarebbe più accaduto. E tutto sommato la pausa le ha giovato, aumentando l’attenzione al ritmo del racconto, contenendo i suoi personaggi nella verosimiglianza che intriga, senza caricarli di missioni militanti, o anche solo di caratteriste fuori controllo.
Un’avvocata di successo, Anne, vive con dinamismo e apparente serenità la sua vita con il marito, manager dalle grandi responsabilità, e due figlie piccole. La loro signorile villa fuori città, la cui quiete alto borghese è scaldata solo dalle deliziose piccole abitanti, viene improvvisamente destabilizzata dall’arrivo di un nuovo inquilino, Theo, il figlio di 17 anni del padrone di casa nato da una compagna precedente. È in fuga da una irrequietezza costante che lo porta a mettersi nei guai nella natìa Ginevra, ma che porterà con sé, influenzando anche Anne, nell’estate a cui si riferisce il titolo del film, L’été dernier.
Anne è inizialmentescocciata dall’irruzione, dal disordine che porta lo stile di vita del ragazzo. Fino a che un barlume di complicità li avvicina per la prima volta, quando lei individua con prove schiaccianti nel neo inquilino l’autore di un furto in casa, che ha portato a qualche mobile rovesciato e al furto di una borsa, con qualche oggetto di valore.
Un adolescente ribelle (qualche canna e costante insofferenza), come i tanti che Anne frequenta quotidianamente nel tuo lavoro di avvocata. Theo è Samuel Kircher, fratello minore di Paul, ottimo protagonista di Le Lycéen di Christophe Honoré. I due sono figli della splendida Irène Jacob (La doppia vita di Veronica e Film rosso). Magnetica e sempre più spietata e lucida nel corso dello svilupparsi del film, la prestazione invece di Léa Drucker/Anne. Senza entrare troppo nelle svolte della trama, L’été dernier evita la scorciatoia dell’edificante e della storia a tesi, ma non solo, rifugge al contrario di altri sfortunati precedenti del passato della Breillat anche dalla volontà di sconvolgere, puramente e semplicemente.
Ne viene fuori un’asciutta e tutto sommato non inverosimile dinamica più interessata al genere, allo spiazzamento, che all’analisi processuale o morale su una relazione che coinvolge due persone di generazioni così lontane. In questo modo emergono sfumature e compromissioni umane, permettendo alla vicenda di appassionare, aderendo alle parti grigie della natura umana, evitando piedistalli e imposizioni.