Air – La storia del grande salto

Ben Affleck

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L'incredibile e rivoluzionaria partnership tra un giovane Michael Jordan e la nascente divisione dedicata al basket della Nike, capace di rivoluzionare il mondo dello sport, quanto la cultura contemporanea, con il lancio del marchio "Air Jordan".
DATI TECNICI
Regia
Ben Affleck
Interpreti
Matt Damon, Ben Affleck, Jason Bateman, Viola Davis, Chris Messina, Gustaf Skarsgård, Marlon Wayans, Chris Tucker, Jessica Green
Durata
112 min.
Genere
Drammatico
Sceneggiatura
Alex Convery
Fotografia
Robert Richardson
Montaggio
William Goldenberg
Distribuzione
Warner Bros. Pictures
Nazionalità
USA
Anno
2023
Classificazione
6+
Attività

Presentazione e critica

Come sono nate le celebri Air Jordan? Ovvero, qual è stata la genesi del rivoluzionario accordo commerciale siglato tra Nike e Michael Jordan nel 1984? Ben Affleck trasforma la sceneggiatura di Alex Convery, finita nella Blacklist hollywoodiana, e porta sullo schermo Air, che in Italia ha sottotitolo La storia del grande salto assai meno pregnante dell’originale Courting a Legend. Diciamolo subito, Air è assai meritevole, da cui la domanda: Air sarà un nuovo Argo, che valse nel 2013 a Affleck la sua seconda statuetta, Miglior Film?
Anche interprete del guru Phil Knight, Affleck segue la contrattazione tra l’anticonformista manager della Nike Sonny Vaccaro, incarnato da un perfetto e imbolsito Matt Damon, e la madre di Michael, Deloris, che lo stesso cestista ha preteso fosse incarnata dalla Egot , ossia vincitrice di Emmy, Grammy, Oscar e Tony, Viola Davis. Altra premura di Jordan, “assicurarsi che altre persone significative per lui fossero incluse nella storia”, quali il suo allenatore alle Olimpiadi del 1984 George Raveling (Marlon Wayans), il consulente Howard White (Chris Tucker) e ovviamente il padre James (Julius Tennon, peraltro marito di Viola Davis nella vita). Back in the days, il lancio del marchio Air Jordan avrebbe cambiato per sempre lo sport e la cultura contemporanea, dischiudendo inedite opportunità per gli atleti, garantendo loro una percentuale sulle vendite degli articoli perché, segnatamente, “una scarpa è solo una scarpa finché qualcuno non ci mette piede”.
Sebbene un parallelo con Jerry Maguire del 1996, starring il temibile procuratore sportivo Tom Cruise, sia effettivo, Air trascende l’ambito sportivo, echeggia il court drama pur senza finire in tribunale, e miscela intrapresa personale e sinergia aziendale, sogno americano e Cenerentola, facendo del duetto/duello tra Sonny e Deloris punto focale drammaturgico e architrave simbolico, ossia capitalistico, giacché l’esito avrebbe plasmato dal campo di basket fino ai palchi dello spettacolo tanta parte del nostro immaginario collettivo.Jumpman, l’uomo che salta, (ri)approda sul grande schermo – vi ricordate Space Jam? – per interposto accordo commerciale – quanto di simbolico, davvero – e per preposta serie: lo sceneggiatore Alex Convery durante il lockdown ha guardato su Netflix The Last Dance, dove c’è una piccola sequenza sulla nascita delle Air Jordan, ma grazie a Sonny e Deloris ha “elevato Air al di sopra di un semplice film su una scarpa”.
C’è un rimando metacinematografico interessante in questa riesumazione: già premi Oscar per la sceneggiatura originale di Will Hunting – Genio ribelle nel 1998, gli amici Affleck e Damon con la loro neonata casa di produzione Artist Equity vogliono garantire tramite il profit-sharing migliori condizioni agli impiegati della filiera, replicando quel deal che “ha avuto un effetto a catena da centinaia di miliardi di dollari per gli atleti”.Targato Amazon Studios e distribuito da Warner Bros., che pone una valida ipoteca sulla prossima award season, Air esalta la fattura registica di Affleck, rinnova la solidarietà con Damon, perfeziona l’American Dream: se Jordan è il più grande di sempre, questo suo non-film non è lillipuziano.

Cinematografo

Air – La Storia del Grande Salto è incentrato su ciò che avviene all’interno della nascente divisione di basket della Nike. Nel 1984, l’azienda dell’Oregon non riesce a competere con le già affermate Adidas e Converse, con quest’ultima leader nel settore, potendo vantare tra i propri clienti due stelle come Magic Johnson e Larry Bird. Le ambizioni di rilancio della Nike passano per il Draft NBA dello stesso anno, dal quale la dirigenza spera di pescare una futura superstar, tra i giovani talenti pronti a fare il proprio ingresso nella lega cestistica statunitense. Gli esigui risultati commerciali spingono Phil Knight (Ben Affleck), fondatore dell’azienda, a stanziare solamente 250 milioni di dollari per convincere tre o quattro giocatori a diventare volti della Nike. Sonny Vaccaro (Matt Damon) non è però disposto ad accontentarsi di suddividere il budget a disposizione su più nomi. Il manager e guru della pallacanestro collegiale è convinto che basti un solo giocatore. Un’intuizione che porta alla terza scelta di quel draft, ad un ragazzo della North Carolina che secondo molti non meriterebbe neppure di stare così in alto: Michael Jordan. Jordan non sembra in alcun modo disposto a trattare con la Nike, prediligendo il prestigio delle già affermate Adidas e Converse. Air – La Storia del Grande Salto si concentra così sugli sforzi di Sonny nel convincere il neo-giocatore dei Chicago Bulls e la madre, Deloris Jordan (Viola Davis), ad accettare l’offerta che renderebbe Michael il volto della Nike Basketball.
Pur senza essere qualcosa di mai visto prima, Air– La Storia del Grande Salto stravolge l’impianto classico del genere sportivo. Nessuno tocca un pallone o calca il parquet, eppure il basket è il filo conduttore della pellicola, l’essenza dell’intero racconto. Anche senza il sudore lasciato sul campo e gli allenamenti incessanti, AIR entra di diritto nell’elenco dei migliori film di basket mai realizzati. Air – La Storia del Grande Salto è una storia di sacrifici, del duro lavoro che porta a conquistare grandi successi, il tutto visto con gli occhi di un’azienda e degli uomini che l’hanno rivoluzionata. Affleck lo ricorda costantemente allo spettatore, accompagnando alla narrazione i dieci punti chiave che compongo il manifesto ideato da Phil Knight. Dieci comandamenti che il protagonista, Sonny Vaccaro, mette in atto con successo.
“Contano i risultati perfetti, non un processo perfetto. Infrangi le regole“. Una frase che racchiude il significato dell’intera pellicola. Sonny osa, rischia la propria carriera, compromette i propri rapporti lavorativi scavalcando gli agenti nelle trattative con Jordan. Un processo tutt’altro che esemplare, ma senza il quale oggi non si parlerebbe di Nike come leader del business legato alla pallacanestro. Perché “facendo le mosse giuste, i soldi verranno da sé”. L’ambizione è ciò che lega tutte le storie che si intrecciano nella pellicola. Quella di Phil nel fondare l’azienda; quella di Michael di diventare il miglior giocatore di sempre; di Deloris, senza cui nulla sarebbe stato possibile. Ma soprattutto l’ambizione di Sonny, che sa di non potersi accontentare di una sesta scelta destinata a finire nel dimenticatoio nel giro di poco tempo. Sonny vuole puntare all’unico uomo che, tra tutti i protagonisti del film, verrà ricordato in eterno.(…)
(…) Air – La Storia del Grande Salto è un film sportivo a tutti gli effetti, ma allo stesso tempo qualcosa di unico nel suo genere. Un film d’intrattenimento (ma non solo) maturo. Un tipo di progetto che sempre più di rado arriva sul grande schermo, assolutamente da premiare e meritevole di una visione in sala. Air – La Storia del Grande Salto ha tutti gli ingredienti giusti per essere considerato un buon film, a partire dal comparto tecnico. Il lavoro fatto per ricreare le atmosfere degli anni 80 è promosso a pieni voti. La scenografia, per quanto non apparentemente vistosa, eccelle nel conferire quel tocco vintage accentuato dalle scelte stilistiche e visive, quali l’uso massiccio di immagini di repertorio. Bene Affleck, che in questa occasione fa forse meglio dietro la macchina da presa che davanti, dirigendo un cast perfetto: da Matt Damon a Viola Davis, passando per Jason Bateman e Chris Tucker. Dal punto di vista narrativo Air – La Storia del Grande Salto ha un unico piccolo difetto, se tale si può definire, la sua natura anticlimatica. Il fatto di conoscere il finale della storia priva inevitabilmente la seconda parte del racconto di pathos. Nonostante ciò, una solida sceneggiatura, in cui l’umorismo è ben bilanciato e che presenta non troppe forzature, riesce ugualmente a tenere incollato allo schermo lo spettatore (il discorso finale è da brividi), invogliandolo a scoprire tutto ciò che ha portato ai noti eventi. Air – La Storia del Grande Salto avrebbe senza dubbio potuto prendersi qualche rischio in più, eppure potrebbe realmente essere tra le più grandi sorprese di quest’anno. A molti piacerà, gli appassionati di basket lo ameranno, perché anche una storia già scritta ha tanto da raccontare.
Air – La Storia del Grande Salto è uno dei migliori film incentrati sul basket di sempre. Anche senza vedere un pallone, la pallacanestro è il filo conduttore di un film perfetto per gli appassionati ma destinato ad ogni tipo di pubblico. Matt Damon e Viola Davis brillano in questo progetto coinvolgente, divertente e dal tono vintage, grazie ad un’ottima ricostruzione delle ambientazioni anni 80 che fanno da contorno alla nascita dell’accordo fra la Nike e Michael Jordan. Ben Affleck realizza un film maturo e godibile, da non perdere.

Hynerd